Planta: un viaggio tra colori, odori, sapori e bellezza

Lo so è passato un po' di tempo dal 6 maggio, giorno di chiusura del Planta, mostra-mercato florivivaistica di scena all'Orto botanico di Napoli, che ha visto far bella mostra di sè piante, prodotti gastronomici, vestiti e accessori, ortaggi e spezie, tè e caffè ed essenze dal mondo.

Ma  se è vero che un seme ci mette tempo per germogliare, che la messa a dimora ha i suoi tempi di attesa per far attecchire e fiorire una pianta e che la terra ha bisogno di un periodo di maggese per potersi rigenerare, questo ritardo mi sarà perdonato e darà a sua volta frutti  golosi, nel ripercorrere la mia esperienza visiva, olfattiva e sensoriale.

Mi sono aggirata tra il profumo delle piante, le loro forme variopinte e la golosità delle fragole e delle fragoline che pendevano rigogliose dai loro rametti fuori dai vasi.

Mi sono persa nel "canto ammaliatore" delle spezie variopinte, dai vari usi in cucina, quali insaporitori, ma dotate anche di proprietà terapeutiche.

Ovviamente non potendo curiosare a 360 gradi ho fatto una scelta di cosa "approfondire", lasciandomi guidare dall'istinto.

Si comincia con i variopinti foulard di InnBamboo (www.foulardbamboo.it).

Rigorosamente made in Italy, sono fatti con fibre di bambù , come il nome stesso suggerisce, un prodotto certificato VegaOk. Il filato di fibra di bambù, come ci spiegano i referenti, segue un processo di lavorazione simile a quello di altre fibre vegetali con le quali condivide alcune caratteristiche naturali.



A renderlo unico, e particolarmente gradito alla pelle, sia d'estate che d'inverno, tale da poterlo definire un tessuto naturale "quattro stagioni", il fatto che mantenga stabile la temperatura corporea in qualunque periodo dell'anno, che abbia proprietà anallergiche e sia ben tollerato da ogni tipo di epidermide, traspirante ed idroscopico, per assorbire l'umidità corporea e farla evaporare, con elevate capacità antibatteriche, atossiche. Un materiale inodore ed in più ecosostenibile ed ecocompatibile, quindi amico, a tutti gli effetti, dell'ambiente.

Tante le varietà di colore, per essere in linea con i propri gusti estetici, soddisfare anche gli abbinamenti più modaioli e, magari, abbinare alle virtù delle fibre naturali di bambù anche i benefici effetti della cromoterapia.



Continuo a gironzolare e mi imbatto nell'Antica Officina Partenopea con i suoi Profumi di Napoli (www.profumidinapoli.it) e Gusti di Napoli.



Se è vero che del maiale  non si butta niente, Nunzio Mancino, il titolare, ci mostra come anche del limone, del cacao, del caffè, del latte di bufala, della mela annurca, del nettare di vino, delle noci di Sorrento (e tanto altro) non si debba buttar altrettanto, perchè tutto è davvero prezioso ed utile.

Lui di questi buoni e odorosi prodotti utilizza davvero ogni parte per ricavare leccornie, creme per il corpo, tonificanti, defatiganti per le gambe ed utili per fare lo scrub, e per elaborare essenze acquolinose da cospargere su tutto il corpo.

Lo slogan, non a caso, recita "L'uso differente dei colori, odori e sapori della Campania".

Oltre alla crema spalmabile al cacao, mi ingolosisce particolarmente il sale, quale insaporitore da cucina, aromatizzato al limone  oppure al peperoncino, con  un confezionamento sfizioso,  dipinto a mano, che richiama il golfo e le bellezze partenopee e campane.



Per lo spuntino di metà mattinata mi fermo allo stand di Qualcosaditè di Giuseppe Musella e Antonella Spiniello (www.qualcosadite.com), il primo tea shop partenopeo e mi faccio tentare dai gusti di gelato artigianale.



Ce ne sono vari, realizzati in collaborazione con Gay Odin, che di lì a qualche giorno avrebbe compiuto i suoi primi 15 anni di attività. Il famoso cioccolato foresta, che ha reso Gay Odin famoso in tutto il mondo, la cannella, il tè macha, una varietà di tè verde giapponese.



Provo l'accostamento tra cioccolato foresta e tè macha. Adocchio già, per la pausa pranzo, i panini, realizzati con tè matcha e farciti con mortadella e provolone oppure con farinata di ceci ed anacardi.



Ce ne sono anche di vuoti, per assaporare, "in solitaria", il sapore di questo tè dal potente effetto antiossidante, e quindi anti- invecchiamento, utile nelle nella cura delle malattie di origine nervosa ed infiammatorie, drenante e purificante, un ottimo coadiuvante nella prevenzione delle scottature solari,  per "contenere" il senso di fame e per migliorare il livello di attenzione, grazie alla presenza di polifenoli, caffeina, beta-carotene, sali minerali, vitamine B1, B2 e C.



Per dolce un biscottino dall'intenso colore verde, come le nuance di questo tè in foglia o un muffin con gocce di cioccolato privo di glutine ed uova.



Zigzagando ho la ventura di incontrare Natan, il cercatore di semi.

Sui suoi banchetti tanti orecchini, bracciali e collane di varie fogge e con proprietà benefiche.

Mi spiega che ognuno deve scegliere il suo, guidato dal proprio istinto. L'istinto gli dirà cosa gli serve il quel momento. Lui non si può permettere di suggerire e e forzare la mano o indirizzare chicchessia.

Sopra ai banchetti le foto di alcuni suoi viaggi nelle foreste, alla ricerca di semi, e delle popolazioni incontrate, poi diventate suoi amiche.

Mi racconta che è originario di Bordeaux, terra di  vini, ma che ormai si sente più appartenente alle tribù africane che occidentale. Sottolinea  come i semi, se integrati opportunamente nell'alimentazione, abbiano benefiche proprietà curative e rigeneranti per l'organismo, ma che anche il contatto attraverso la pelle, il nostro più ampio organo di tatto e con-tatto, abbia effetti positivi.

Spiega a tutti con cordialità. Ad una signora che gli chiede se possa avere uno specchio per ammirare  come le stiano  alcuni orecchini, risponde galantemente che, se vuole, può specchiarsi nei suoi occhi.



A  chi prova a chiedergli uno  sconto, risponde che dietro ognuno di quei  semi vi sono mesi e  mesi  di ricerca nelle foreste.

Quando nota che un signore prova a fargli  una foto  senza chiedergli nulla, afferma che preferisce di no. Una foto scattata, così, infatti, viene percepita quasi come un'aggressione, un'intrusione.

Dice che se il signore proprio la vuole dovrebbero fare un equo scambio: una foto in cambio di un panino o una birra o un caffè. Che così non significa nulla: è indice  di una certa curiosità "pruriginosa" ed a tratti arrogante, tutta occidentale. Una foto dovrebbe, infatti, preservare il ricordo di un legame di conoscenza ed amicizia.



Tra i vari bracciali, alcuni deputati a dare la serenità, altri ad acuire la concentrazione, altre ancora a far fluire le cose, andando "oltre", ne scelgo uno, dagli ovali perfetti, bruniti e lucidi,. I grani sono fatti con legno di Tamara. Grattandolo, si ottiene un sapone, anche se lui specifica che quando è nelle foreste cerca di lavarsi poco , per tenere lontane le zanzare. La chiusura, cesellata naturalmente, è fatta con Rudra Shiva, proveniente dall'India, in particolare da un albero considerato sacro. Simbolicamente, questa accoppiata indica la trasformazione.

Il tamarindo, poi, come mi spiega, serve a purificare l'acqua, durante i lunghi viaggi nelle foreste. L'acqua, mi chiarisce, non diventa "asettica" ma   è meno torbida e fangosa. Un seme, prezioso, dunque, perchè "salvavita", come lo è l'acqua d'altronde.


Sul sacchetto di carta nel quale lo ripone c'è scritto "La vita è bellezza: ammirala".

Si è fatta l'ora dello spuntino: la mia attenzione è calamitata da un odoroso bancone ricolmo di leccornie pugliesi. E' quello di Zio Pasquale (www.ziopasquale.com). Acquisto dei tarallini fatti a mano in diversi gusti, uno più buono dell'altro: all'olio e basilico, al peperoncino ed alle cime di rapa. Croccanti, corposi  e lievemente ruvidi, per solleticare ancora di più il palato.



Planta, insomma, è stato un tour, un viaggio, tra colori, odori, sapori e saperi, tali da stimolare, l'olfatto, la vista, il palato ed anche le sinapsi cerebrali.


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